Poesia di Domenico Marra
Non una parola
Questa volta sì che sono riuscito
A stare sveglio fino al loro arrivo;
Però non ho carpito alcun segreto
Della vita del mondo ultraterreno,
Come pur desideravo e speravo,
Perché non si son detta una parola:
La mezzanotte (l'ora canonica
Stabilita dai morti per le brevi
Visite ai propri cari ancora in vita,
E qualche giro nel mondo perduto)
Era lì lì in procinto di scoccare
Quando ho sentito bussare alla porta
I nostri cari ed attesi defunti.
Apertala, non ho visto nessuno;
Ma mentre mi passavano davanti
E si sedevano attorno al tavolo
Di cucina, apparecchiato per loro
Coi cibi che preferivano in vita,
Il frusciar di sete e l'odor d'incenso,
Ne certificavano la presenza
E ne indicavano la posizione.
Terminata la simbolica cena
E una breve nostalgica visita
Alle loro rispettive camere,
Ancora senza emettere parola,
Ma solo lievi dolenti sospiri,
Hanno fatto ritorno in cimitero,
Nel quale, verso metà mattinata
Ci siamo recati pure noi vivi,
Per ricambiare l'annuale visita,
Per portarvi i graditi crisantemi
E per pregare sulle loro tombe.