Poesia di Domenico Marras
Gli ultimi arrivati
Che c'è, parli da solo?
No, stavo suggerendo,
piuttosto ad alta voce
perché sono seccato,
ad alcuni anni miei,
agli ultimi arrivati,
di avere più pazienza.
I primi ottantacinque,
mai dato adito a nulla,
anzi, sono io che devo
ringraziarli per quanto
per me da loro fatto:
piaceri a non finire;
mentre gli ultimi cinque
sono una vera lagna,
si lamentano sempre,
a tutte le ore, tanto
di giorno che di notte:
chi ha problemi urinari;
chi si sente spossato;
a chi gira la testa...
D'altronde, benedetti
siano essi dal Signore,
devono pur capirlo
che non sono ventenni
e che a una certa età
i malanni arrivano.