Poesia di Domenico Marras
Capra capra capra
Egregio Signore Vittorio Sgarbi,
sono una capretta facente parte
di un branco di duecentotrenta capi
stanziante in territorio Sa Badiga,
agro di Uri, paese del sassarese,
e gli sto scrivendo, caro Signore,
su incarico del nostro capo branco,
del becco dominante Barba Lunga,
per diffidarlo, perentoriamente,
dall'appellare capra, capra, capra,
come è solito fare, una qualsiasi
persona, perché tale appellativo,
dato con l'intenzione che vien dato,
offende pesantemente noi capre
e indignare anche le amiche pecore,
in tal frangenti sempre a noi vicine.
Ciò precisato, egregio Signor Sgarbi,
sapendola persona intelligente,
confidiamo nella sua ottemperanza,
quindi nella chiusura amichevole
dell'antipaticissima questione.
Chiudo la presente inviandole, a nome
del nostro capo, becco Barba Lunga,
mio e del branco, un ben distinto saluto.