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Racconto di Gabriele -
Legno obliquo -


Ho chiesto il rito abbreviato, mi hanno rifiutato lo sconto di pena perchè attenuati generici eventi   hanno già  sentenziato la mia condanna,  pronunciata il 2 agosto 2000.  Le indagini iniziano dopo il 16 settembre 1998 e i giudici sin dai primi accertamenti si resero conto della gravità dei fatti,  dalle mie precisazioni,   le prove erano tutte schiaccianti  a mio sfavore,  senza immaginare la presunta verità di quel 2 di agosto che,  non si può dimenticare ... "Alzatevi,  entra la corte... Era il massimo della  pena,  che alla luce oblìa buio da un lapidario giudice, inforcato nel suo "duefondidibicchiere",   dava lettura della sentenza:  "Giampiero è colpevole dei reati ascritti e viene condannato a morte!!".  In un attimo cade il mondo immodo tutto addosso a me e,  sono  litigi da teatrare,  frasi ad abbraccio accentuate con aggettivi pesanti e duri cercano altre frasi con sapore di amore alla vita,  per creare amicizia in un ambiente sterile di colloqui alla luce intensa di una candela,  che deforma visi e oggetti a grigi di ombre vaghe, che sussultano al sensibile suo sospirar per respirar... Allora ti chiamo, Signore, dimmi tu quando è che io mi sento poco bene... perché anche se ci sto,  non me ne accorgo,  non ti prendo in giro,  mi hanno condannato a morte sulla terra,  purtroppo è la vita normale o  anormale che sia  vivo ai margini dell'accettazione umana,  apprezzo questa vita  svitata di tutto tra la rabbia e l'incredibile  che si compie la condanna della devastazione nervosa in un corpo umano.  Nell'attesa posso poetare   il mio stato di salute  evidente,  quando posso  poeto dell'amore,   però è plastica riciclata alla municipalizzata,  che produce emozioni prima tante,  poi meno,  infine ancor "ameno" per lei, perché  tutto va via dalla vita mia,  con gioia,  per raggiungere il Papa mio.  Con battesimo fervente da comunione notiziato,  lo incontro  per finale vita parallela con la stessa malattia incurabile  noviziati da DIO.   Ad una vita di stenti papà Giampiero e,  ad una vita sacerdotale Papa Giovanni Paolo II.  Lui è una realta' veritiera agli occhi di ogni persona,  una cara persona che ha conquistato tutti con il suo grande cuore.  Un grande cuore costruisce un grande Papa,  è il sole della cristianità che si propone alla finestra della vita,  destando  desideri di bambini privi di un destino,  che restano impacchettati tra quattro mura di un orfanotrofio, abbandonati per stanchezza mentale di amore materno,  alleviando la loro fantasia privata dell'arcobaleno.  Tutti notano il suo sguardo:  è uno sparo di fuochi artificiali,  un rito di felicità soprannaturale... è il Papa di tutti noi,  con un sorriso dona allegria a invalidi affogati in tristi commenti di paranoia a ricordi di noia,  di diritti e di doveri,  ormai per loro quotidiani problemi giornalieri e consuma le suole delle scarpe dal troppo camminare per far conoscere agli increduli,  coltivando nella semplicità la parola di DIO,    con il suo pontificato contrassegno di un mosto con un ottimo grado zuccherino e non un acre mostro arso di libidine funesta.  Più passa il tempo e più al gusto consegna del buon vino per assaporare il nuovo,  rinnovando amore alla vita.   Signore,  evidente Meteora sulla terra tua,  nel tempo che passa, oggi nel 2011,  il mondo immondo  declina la cristianità .... il Papa è amico di tutti noi che dal cielo ci guarda Beato!!!!    Giampiero   sopporta una iniqua malattia che,   come un topolino  gli rosicchia le membra fino al triste epilogo corporale.  Lui  è un Meteorite che sfrega inutili sentimenti per una vita,  poi si apprezza poeta e tratta del  mondo interiore rinnovando la sopita cristianità a suo modo ateo  combattendo il parkinson  pirata che fa i danni per tirocinio come assassino.   Per schernire la storia  si fa rassegna stampa di poesie con lui parkinson il protagonista del male è in me  schiantato sulla terra di Dio.  Io effimero speranzoso  antagonista invece,   sono dagli altri   da sopportare  in terra quale  figura di un Cristo  disabile  che conduce la quotidianità con il legno obliquo.

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