Racconto di Gabriele -
La fragilità della vita -
A casa tua Signore forse non ci sai fare da secoli esterni sulla terra i tuoi meravigliosi poteri per essere tramandati sono neutralizzati e sempre ricatechizzati a malcapiti e malfamati della vita incompresi del valore del sapere umano incombente. Volti fuscelli al vento nuovi nell'aria nel viso girato siamo ogni volta presi scemi accreditati per la conquista terrena della iniqua concretezza della tua moralità Signore gli stolti cedono la dignità dell'anima tuo dono della vita, per quattro soldi anche prima della morte. Le nascite sono un commercio di fregature per il sentimento. Loro ogni volta con il nuovo vivere la vita, che è bella! con il solito dono ti proponi e declini verso la vecchiaia nelle trame del sapere umano, le responsabilità. Occorre tempo! non basta una vita per percepire te Signore anche con chiese, cimiteri, cartelloni pubblicitari per imporre il tuo credo anche con la fede, per chi vive oltre i trentatre giorni presso la via del profeta s'apprende meglio con amore la tua parola per essere capita di più al passo dei tempi. Il tempo scorre il tema del creato cambiano i dì dell'aria prende corpo il chiaro scuro del giorno sfaccettando le ore alle sfumature di colore della sera per l'uomo che vuole sapere della tua verità nei secoli il perchè l'offerta sia con la fede l'unica preposta per essere creduti oppressi. Oppressori con la forza si recita la fragilità della vita. L'umano fa il suo bene con il malvissuto nel breve è un ripetitivo di vita solo per imparare perchè la morte ci sopprime prematuri. Dio mio!!! occorre due otre vite per maturare il frutto del credere con la fede. Inutile è contadinare l'albero per un raccolto del frutto se si raccoglie il profumo del fiore in anticipo quando più in là si raccoglie il tutto del frutto. Il tuo modo di fare è un macello d'emozioni poi, sottintese con la morte noi di te continueremo a capire ...il nulla!