Racconto di Gabriele -
Astroinseguitore -
Ricordi mamma di me...
Astroinseguitore il più piccolo al mondo notturno sempre a guardare il cielo nelle giornate più terse con stazionamento polare preciso grazie al fondo di bicchiere con mirino incorporato di precisione con diverse velocità di inseguimento siderale, tra le stelle ubriache risentite per ammirare l'avvento della cometa nell'arrivare dal paesaggio solare a quello della Betlemme lunare. Per sapere l'arrivo del rateale natale annunciato comunque dal caro canto estinto dell'usignolo o dal suono molto soffice:’’Hup-hup-hup’’ aprendo a ventaglio la cresta dell'upupa. Non era il caso di chiederlo con la letterina dei bambini, non era adatto il momento per spillare doni da una festa repentina ogni anno manchevole. Tale, per un Natale che mai non era... Bastava la madre per un figlio d'avanzo il suo "Babbo Natale". Per lei lo faceva, slitta con renne, un uomo mutevole di una quercia, la corteccia del Nababbo di Natale . Lui, padre affettuoso che scaldava l'anima era in famiglia senza parlare contro una madre che distribuiva cenere con retrogusto di leccamusso al mio volto con carta sigillo regalo per un vispo bambino di rabbia caustico dolce sbollito amaro fin troppo vivace che fregava a lei 500 lire. Si comprava in regalo una tenaglia per natale volevo, con martello e chiodi. Che poi dovette restituire al negozio il regalo con i soldi restituiti alla madre avara, se no le prendeva. Arrivo tardi nel leggere i miei ricordi per raccontare l'adolescente frizzante passato al sol pensiero si riacutizza il desiderio del Puffo blu. Non pensarmi nella follia ooh madre, non perdi nulla adesso che nell'età comprendo quanto per me sei stata importante - Mamma a modo tuo - più delle altre che vedo oggi . Sono le folle emozioni normale ricarica interiore per sentimentare un pò quì e un pò come l'ape che prende il miele girando i petali delle poesie dei poeti da me vezzeggiati. Sazio, vado a nanna la sera digerendo nel sogno la fantasia del buono per continuare a VIVERE larva di un uomo malandato di speranza che pazientemente s'affligge per la vita.