Poesia di Gabriele
Cane
Vivo recluso per un vivere senza prospettive
deluso di quasi tutto da una vita concessa tale
portato da una cicogna cecata non so per chi
tra scuri sguardi allo specchio mi vorrei spaccar
la faccia con un cazzotto per non vedere "sogni gnobili".
Rovina della realtà mugata dai tremori del mio male
passan tutti al solito posto ricompongo i motivi a
stracci di solitudine... Mi lasciano solo il giorno
vanno via dopo le otto moglie e figlio con un ciao
inizia per loro la buona giornata, per me la morte!
Con una lisciata al cristo in croce sul portone
un saluto un vaffanculo a Giampiero e ognuno
aggiusta il proprio quotidiano.... per se,
ma che stile di vita è attenderla in sala d'attesa
il vivere a spiluccar le medicine del conforto
che fanno il loro corso per mettere a punto
il mio corpo a carne a strozzo tra uno mattina
e vedere storie vere sono un cane da strazio
per pianto è un guaitar drammmatico d'eventi
d'altri che stanno peggio di me, fino alla domenica
dura ormai da tempo con un attimo di messa
a punto va il mio corpo in fregatura, tutta a segatura
come gia costretto schiavo sono perenne di santi
stufo di madonne da ingoiare come surrogato sono
una scuola dei lamenti per chi vuole imparare a
sopravvivere con la disperazione della depressione
Ogni volta che ripenso a quant'è bella la vita
torno ai miei pensieri di cane da guardia con
lo sguardo folle che attende di farsi male con
le manie suicide del tutto "fuori" dalla finestra.