Poesia di Domenico Marras
Un capitalista
Che pretese i “lavoratori”
(lavoratori si chiamano:
se mi rimbocco le maniche
faccio quanto cento di loro),
più ricevono e più chiedono.
Adesso vogliono perfino
contrattare la paga oraria
ed un minimo salariale.
Se li lasciamo fare quelli
ci tolgono il cibo da bocca
e ci fanno morir di fame;
perché quelli, gli insaziabili
mirano ad invertir le parti.
E che dire dei sindacalisti,
tribuni dei lavoratori:
quelli, tanto sono voraci,
che si mangiano dipendenti
e noi datori di lavoro.
Durante la loro attività
quei signori percepiscono
uno stipendio favoloso;
poi passano alla politica,
e alla faccia nostra datori
di lavoro, sempre costretti,
per poter campare, a evadere
le tasse e ridurre le uscite
in panfilo e le alzate in volo,
si fanno pure i vitalizzi
di metallo prezioso: d'oro.