Poesia di Domenico Marras
Giovane smarrito
Ero molto bello e vigoroso,
E come molti giovanissimi,
Convinto di poter dominare,
Eroicamente, gli avvenimenti
In cui fossi venuto a trovarmi.
Un bel giorno, molto coraggioso,
E se vogliamo, spavaldo pure,
Ho deciso d'esplorare il mondo
Attraente della polvere bianca,
Per capirci, quello della droga.
Varcato facilmente il confine,
Tutto era incantevolmente bello:
Sembrava d'essere in Paradiso.
Ma la cosa, ahi me! non è durata
Molto, perché i ruscelli perenni
Con le due sponde sempre fiorite,
Sempre popolate da ragazze
Bellissime, che, felicissime,
Gioiosamente passeggiavano,
Danzavano e coglievano fiori,
Sono improvvisamente scomparsi.
E la Madonna, poi, non si è fatta
Vedere neppure nel periodo
Delle visioni meravigliose,
Delle estasianti allucinazioni.
Ora che tutto quello è finito,
Son precipitato nell'Inferno.
Le atrocissime pene del quale
Mi hanno ridotto come ora sono:
Un brutto ed impressionante zombi.
E adesso, dramma ancora più grande,
Benché provi e riprovi, non riesco
A trovare il varco per uscire.