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Racconto di Tony Basili -
Il viso e il petto -

 

 

27-

Il viso ed il petto di quel birichino

vo’ dirvi ora, miei tardi ascoltatori,

che volle andar lì in quel casino

per stanar dal covo i malfattori

ma or si vede la stoffa del tapino

che misesi a gregar con quei signori

chiarendo che è normale per la fame

dare il cul a chi tiene il tegame.

Iniziò con quei che di minoranza

tenevano il nome ma non un progetto

e iniziò a dar mostra di creanza

tra color che sono lì a far dispetto

per imparar in che consista la sostanza,

iniziando a dire cose da interdetto

ponendosi a cercar qualche sestriere

per poter rattondarsi col potere.
Tanto imbozzolato fu dal primo giorno

da fingersi bruco ed ora farfalla

e a volteggiar si dié tutto intorno,

tra gli escrementi che trovava a galla

e se li mise a ciancicar con gran diletto

sì da divenir subito provetto!

Se ride o raglia, mah è un’avventura,

toccatagli perché senza precetto

e in tal limbo esalta la sua natura

tirata bene da uno scaltro duetto

che rafforza l’uso che ancor gli dura

d’esser alle terga, sempre addetto

per imparar il mestier di guardaspalle

ed ora il più delicato di reggipalle.

Tanta virtù acquistò in quest’arte

così adatta al suo limpido palato

che ognun lo giudicò non già di parte,

di cosca quasi, ma un tarantolato,

di quell’orda squallida che, con arte,

ha il sacco al colle sì ben concertato,

con cura fine ed assiduo impegno

che dappertutto se ne vede il segno.

3/97




5/97-5/2011

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