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Favola di Tony Basili -
Il galletto di Montagliani -

 

44-Il galletto di Montagliani

Un libero galletto, impertinente

e sì  natural da far chichirichì,

ogni dì senza permesso, niente,

cantava la mattina e pure a mezzodì:

Non poteva stare zitto, quel galletto,

per salutare il giorno all’ora sesta,

riscosso dalle tenebre in dispetto

di quei che pur di questo si molesta.

E di nuovo a mezzodì il canterino,

non poteva che gonfiarsi e far così,

scatteggiando il bargiglio corallino,

sopra un trave, a rifar chicchirichì.

Per gli acuti, drizza la sua cresta,

mentre scuote il capo a mezzodì,

ma chi medita c’è, di fargli festa,

ed è andato a reclamare dai CiCì!
In verità non so che abbia in testa

chi del gallo vuol frenar i chicchirichì,

che lo faccia per stizza o per protesta,

gli consiglio di purgarsi e rinsavir!

Questa favola ci insegna, se tu vuoi,

che un gallo se la canta per la gioia,

che ci si stizza, quasi sempre per noia,

ma se hai cresta puoi cantare quanto vuoi.

8.7.97



8.7.97

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