Il botto del 94
Spero in questo del 2018 !
Poi che s’udì nel ciel il grande botto
che s’attendea, per il gran barare,
quei che all’Arco furon sopra e chi sotto
per garantire il proprio malaffare,
come ramo che nella selva rotto,
ch'or quà or là si sente scricchiolare
quando il vento dai monti viene,
ed al boscaiol rincasar conviene,
così lo stuolo che masticava tranquillo
di ruffiani, marioli e conniventi,
quando d’improvviso arrivò lo squillo,
che s’avvertì con un batter di denti,
che s’era perduto alfin il gingillo
che per anni ha permesso alla congrega
di porre nelle istituzioni la bottega,
come foglia secca, mossa dal vento,
che volteggia per aria senza meta,
si trovò desolato in un momento
ed ognun· fugge qua e là alla segreta···
in preda ad un terribile sgomento,
chissà dove,ma in tasca ha la moneta
quella sgraffignata a spolpare gli enti
o a progetti di costruzione intenti
con cui taglieggiare i cittadini
che per muover un sasso dentro casa
devono affidarsi a dei cretini,
che con il lapis segnano la posa
si fa così,perchè da ....quei confini
il manufatto va....ed ecco nascosa
appare in percentuale la parcella
che assorbe la pensione e la scarsella.
La fabbrica di questo gran consumo
che ti svuota e ti perde come fumo,
nell’aria e nel vuoto della storia
e domani nessuno n’avrà memoria,
né di chi è povero e ha tanto affanno,
né di color che gli altri sopraffanno.
Ora, dico di scappare come un vento,
Da questa città, che si stai più a fare?
non sei uno che cerca il monumento,
perchè poi, hai di più bello da guardare,
i nostri monti, la sera, che turbamento!
Ogni giorno te li possa regalare!