Poesia di Tony Basili
Il rifiuto del Re
Della contesa or voglio raccontare
che tra l’Atride sorse ed il Pelide,
che tanti lutti agli Achei ebbe a causare
e perciò tu, o mio estro, rendi fide
le mie forze che or son d’affinare
perché il fatto è tal che sol gli arride
tale dono superiore al mio pensiero
e solo può se tu ne sei nocchiero.
Sorse questa dal fatto che ora reco.
Giunto all’accampamento degli Achivi
d’Apollo era il sacerdote con tal prego:
vuol Criside, sua figlia, tra i captivi,
riscattare dal grande re con l'impiego
di denar se pur i bianchi crini e i votivi
paramenti del Dio che aveva addosso
pure una belva chiunque, avrebbe scosso.
Ma Agamennone a Crise l' implorava
urlò in faccia che mai l’avrebbe resa,
se non quando divenuta fosse ava;
ch' era intento suo che l'avea presa
di tenerla pur se Achille protestava,
e da Clitennestra pur l’avria difesa.
E grida di andar via con le sue ciance
se evitar volea il ferro delle lance.
Crise va via battuto a mani vuote
lagnando e con Apollo si lamenta,
per l’affronto patito, ch’é sacerdote,
e invoca dannazione e sì fomenta
che piombi sull'Atride che lo scuote,
una peste tanto aspra e virulenta,
su tutto il campo acheo e fa gran lutti
che in mar le pire fan ferrigni i flutti.
Arriva la peste e tumulto e pianto
sgomentan il campo acheo pe'l terrore.
Perché gli dei con noi son aspri tanto?
Quale punire vogliono d' errore,
Chi peccò? Si chieda pur a Calcante!
E ci va proprio Achille pe'l parere,
per conciare il re dei re a suo piacere!
…………
30.7.03