Poesia di Antonia Arcuri
Si celano soccorrendo
Le immagino in forzieri,
se c'è tempesta,
le chiavi gettate in acque profonde.
Sparse sulla superficie,
con il tempo sereno,
le tiro a riva superflue
in un retino da farfalle.
Nel tempo avverso imboccano
una slargo parallelo.
Non avrei mai pensato
che celandosi mi consegnassero
le chiavi di una casa
dove piani, ballatoi
e metope sui frontoni
avessero forme e natura differenti.
Nei loro vuoti di silenzio
le parole lasciano emergere
visuali nei punti di fuga luminosi.
Si aprono le porte di un palazzo:
una mano indica luoghi arredi figure
dove lo spettattore e lo spettacolo
si prendono per mano.
Ricerco in quelle stanze
lei, la grazia
e lui, il chàrisma.