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Poesia di Gian Vincenzo Arnault
La foglia

« Staccata dal fusto, 
povera foglia secca, 
dove vai tu? - Non lo so. 
La tempesta ha spezzato la quercia 
che solo era il mio sostegno. 
Col suo soffio incostante 
lo Zeffiro o l'Aquilone 
da quel giorno mi spinge 
dalla foresta alla pianura, 
dalla montagna alla valle. 
lo vado ove il vento mi mena 
senza compatirmi o spaventarmi, 
vado ove va ogni cosa, 
ove va la foglia di rosa 
e la foglia d'alloro.

Giacomo Leopardi, leggendo questi versi, ne scrisse un'imitazione che vale assai più dell'originale. Il poeta francese espresse nella sua poesia la propria vicenda, poiché stava per essere esiliato. il Leopardi invece vide nella « povera foglia frale » (frale, si badi, non secca) la sorte di ogni uomo, naturalmenie portato dal destino verso la morte. La foglia del poeta francese non sa il proprio destino, quella del Leopardi ignora il perché delle cose, ma conosce solo la propria condanna ad errare dal bosco alla valle, dalla piana al monte. E in fondo al proprio cammino troverà la morte che tutto travolge anche la bellezza e la gloria, simboleggiate nella foglia di rosa e d'alloro.

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