Poesia Dino Campana
Giardino autunnale
(Firenze)
Al giardino spettrale al lauro muto
De le verdi ghirlande
A la terra autunnale
Un ultimo saluto!
A l'aride pendici
Aspre arrossate nell'estremo sole
Confusa di rumori
Rauchi grida la lontana vita:
Grida al morente sole
Che insanguina le aiole.
S'intende una fanfara
Che straziante sale: il fiume spare
Ne le arene dorate: nel silenzio
Stanno le bianche statue a capo i ponti
Volte: e le cose già non sono più.
E dal fondo silenzio come un coro
Tenero e grandioso
Sorge ed anela in alto al mio balcone:
E in aroma d'alloro,
In aroma d'alloro aere languente,
Tra le statue immortali nel tramonto
Ella m'appar, presente.
(Marradi 1885 - Castel Pulci 1932).
Nelle poesie di Campana, ma più nelle sue prose liriche, c'è un dono di verginità potente, un impeto inventivo iniziale che subito ti colpisce. E sarà che quella verginità, quell'impeto bruciano in brevissimo: ma sono di qualità diamantina che il tempo non intaccherà. Qui si riporta di lui un breve frammento che non dice neppure alla lontana ciò ch'egli vale e conta nella storia della poesia contemporanea. Morì pazzo nell'ospedale di Castel Pulci, presso Firenze.