Poesia di Virginio Serafini
I tentacoli del piacere
Si divide all’alba,
dietro la coperta argentea
sorride.
Il profumo arguto della carne sudata
dorme
nell’abbraccio caldo della notte.
In mezzo allo stagno del piacere
c’è l’isola dell’anima
sbattuta dalle correnti tropicali del sangue.
Sulla canoa,
senza remi,
percorriamo il fiume della vita
nella rossa corrente dei sentimenti
e arrivo
nell’immenso stagno del piacere.
Tra mille tentacoli
nuotiamo a stento verso l’isola dell’anima.
Lì
dimora la verità.
Il vero amore.
Dopo le tempeste che il corpo subisce
spunta sempre il sole.
Nell’imbuto del piacere
infiliamo il mio cuore,
oppure lo infilziamo come uno spiedino,
per finire moribondi tra le lenzuola il mattino.
Ma l’isola non vediamo.
I nostri occhi sono aperti alla ricerca di un seno da toccare.
Pietre vivono ancora sul fondale
alla continua ricerca di un raggio di sole.
Il miagolio del gatto e una rondine in cielo.
Un’immensità di polvere non fa da fondamenta.
Piangeremo,
ancora e per molto.
Le ustioni dei tentacoli sulla pelle e nel cuore.
Cadranno le foglie a novembre.
Aspetto l’inverno e l’acqua ghiacciata
per camminare sullo stagno,
per percorrere la strada che porta
alla felicità.