Poesia di Tiziana Amori
Solo noi
Quel giorno seduto davanti alla mia scrivania
i miei occhi ti hanno osservato e ho pensato:
sembra un anatroccolo impaurito e
ho provato tenerezza e cercato di farti sentire accolto e ascoltato.
Ti sei presentato di nuovo dopo alcuni giorni ,
ancora un po’ goffo, ma meno imbarazzato
mi hai ringraziato, regalato qualcosa di dolce,
il tuo sorriso e un invito.
Ho iniziato in quel momento a VOLERTI BENE.
Meraviglia, incredulità, paura, felicità
e poi……scoperta, abbandono, gioia, luce
……amore.
I nostri corpi che si incontrano
e la fragilità dei nostri cuori infranti
che hanno paura di fondersi.
Chiacchiere, racconti, parole,
ricordi belli e dolorosi
che si rincorrono e riaffiorano dopo tanto tempo.
Risate, scherzi, battute spiritose,
esserci l’uno per l’altro.
Penso che bello essere amati ,
sentirmi di nuovo viva e desiderata,
alzarsi la mattina e rivolgerti il primo pensiero!
Ma…..il pensiero spesso è un illusione
perché già non ci sei più,
ti allontani da me con scuse e piccole bugie,
fuggi preso nei tuoi pensieri negativi,
con la tua folle paura di soffrire di nuovo.
Tristezza, incredulità, mille domande
affiorano nella mia mente,
ma rimangono tutte senza risposta
mi faccio delle colpe che non ho:
il vero problema è la carestia con cui ti concedi ,
il non riuscire a provare il brivido dell’incertezza.
Una telefonata, sono io,
gioia di amarti di nuovo per me
e il tuo sforzo per imparare a riprovare di nuovo.
Un abbraccio alla vita il mio,
un passo lento verso la vita il tuo.
La tua è sofferenza, pura sofferenza,
incapacità a perdonarti e a per-donare.
Non ti fidi di nessuno, neanchè di me ,
io che mi arrabbio e divento triste
perché non ti lasci guidare ad amare,
perché provo dolore nel vederti ripiombare nel buio,
rintanarti nella tua tana in compagnia
dei tuoi scheletri e dei tuoi fantasmi.
Il tuo cuore colmo di dolore ti impedisce
di volerti bene e di essere felice.
Quel tuo cuore colmo di dolore e
quella tua sete di amore,
io porto sempre nel mio cuore,
con il rimpianto e la nostalgia
di averti voluto molto bene,
ma di non essere riuscita
a impararti a volerti bene.