Poeti Emergenti
Poesia di Gabriele
Twittando
Dimmi se mi sei amico, Signore…
Quando alla base non ci sono solide fondazioni
anche il miglior progetto presentato alla tua
attenzione per vivere, non funziona, si perde tutto.
La credibilità quando scorre nelle vene, il sangue
diventata acqua è un logaritmo l'essere disabile
allo specchio di tutti che, lì ferma all'ombra stà
e tace, la vita già parkinsoniana di vecchia data.
Sì… dal 1998 acuita dalla prematura morte d'un padre,
forse sarà una consuetudine nella normalità umana.
Per me, No! Signore
L'inconcepibile mi possiede ora
dopo molti anni d'intemperanze
sono un diavolo come lui.
A piccoli passi… avanza
il giorno smuove il tempo,
il rosario in mano, a lui scotta!
Io non sò più a quale Santo rivolgermi…
per pregare ho imparato
per fare a briscola, anche
per un tressette con il morto…
per dire ooh Dio che son confuso
fino a sera, per i giorni rubati
al destino.
Non gli ho dato le spalle… mica
mi sono inchinato alle sue volontà
con il corpo crinato, nel fisico prostrato
dal dolore sol grido nel buio dell'immensità.
Acerrimo in lontananza mi aspetta alla solita
solitudine, ma io non voglio marcir parkinsoniano
in un mondo non a modo per sopravvivere.
Indegna vita implacabile sei una rogna
per chi nel brodo del male arenato si vive tal,
maltrattando il bene del passato, una cagna.
Ristretti disabili con la famiglia nel vortice
d'un groviglio di passioni nel blog su internet
si cerca il Dio informatico con i file in barca si
promuove preghiera twittando rivolti al cielo
con i sogni in poesia, scritte per capire pur
se. Inguaribili …, si può guarir dal male sol
chiedendo al proprio Signore
d'esser un Dio per ognuno il suo messia.
Anima mia placa le tue necessità nel clamore
son perplessità della vitalità per il malandato cuore.
Per forza devi vivere la vita che spiccia
con la morte pure la sofferenza, quella mia
è un'arancia meccanica in una marea di guai
non ho più lacrime per il mio lancinante
piantagrane.