Poeti Emergenti
Poesia di Gabriele
Sporco di vecchiaia
Non sono sogni ma,
segni tangibili dei dolori, cicatrici
sull'assolato corpo già assediato
dai malori nel consapevole futuro.
Mi ritrovo a camminare su una strada
che poco convince… Oltre il precipizio!
Dopo di me, non c'è nessun sudato, ooh
gente è inutile stare a guardarmi da ignorante
all'ultimo grido disabile, vivo o morto, rivivo
il mio morire da rigido parkinsoniano tremante
nello spazio concesso d'un attimo... Astrale.
Fuori di testa dalla mia finestra, impazzito,
cerco una figura umana compatibile ma,
dal vetro a specchio sporco di vecchiaia,
da quei giorni, non vedo alcuna alternativa.