Poesia di Tony Basili
Camminando il 1° Maggio
Non ho provato mai tanto sconforto
Quanto veder quel· familiare a consiglio
Di quei che parlo c’ha solo l’artiglio
Per prender, come cane da riporto
Che appena vede qualcosa sul giaciglio,
se lo trafuga, pure appena morto.
Ma la virtù? Gli è di periglio
che mette in crisi l’usual far torto.
Gli è di riparo una faccia di bronzo
e il suo parlar forbito pien d’ avverbi
Che precipuamente allocchisce il ·gonzo.
Questo madre Natura tu conservi
Quando sai equilibrar e il colle intonso
Usi curar per poter gioir i tuoi servi.
-Dedicando questo primo maggio
non al riposo, che non mi par luogo,
ma al camminar tra i boschi per dar sfogo
alla voglia di vagar, per un assaggio,
ho visto nel passar in quel campeggio
ove sol il nome rimane per fortuna
dei ragazzotti usi a mirar la luna
stare in bivacco come al dì dileggio.
Stanno tutti intenti quei miseretti
A preparar il fuoco per l’arrosto
E riposarsi insieme nei precetti
Che voglion tutti quanti in un bel posto
Dove possano aver tanti biglietti
Senza pensar a zappa o all’imposto.
E poi nel bosco gli armoniosi canti
sento flautar dagli uccelli a primavera
che sanno di nascita, d’esseri contenti,
che speran di goder quel che non c’era.
Felici voi, che ogni anno nascete
E degli inverni non patite i danni,
che dei teneri germogli vi pascete,
e noi qui siamo a ricordar gli affanni.
Guerre, tsunami, fame, ammazzamenti
Usi dannar l’uomo ogni dì che viene,
queste le ricordanze delle nostre menti,
·e vorrei esser anch’io tra gl’indifferenti
che nell’atarassia fuggon ·queste scene,
o un nuovo insetto, o come dei dementi.
1° maggio 2011