Poesia di Antonio Basili
Narciso
Da una ninfa e da un fiume impetuoso
nato era un incantevole fanciullo,
ma tanto superbo e anche un po’ borioso
che se ne fregava di tutti come un bullo
di ognuno che con lui volesse stare
ed ancor più se lo volesse amare.
Pure Eco, la più bella delle ninfe
Tentò di sedurlo, ma fu vano,
che altero l’ approccio ne respinse
e se ne fuggì poi tanto lontano
sì da non vedere e sentir nessuno
evitando della gente ogni raduno.
La Ninfa assai male per il rifiuto
Rimase, chè la sua voce spenta
Iniziò a ripeter di quel cocciuto
Più volte il nome, com’una tormenta,
“Iso, Iso!”, ma fuggia lei e l’altre ninfe
Nell’ombre indocile tra fresche linfe.
Ma Eco irata non si dà per vinta
E tenta ancora di seguirne l’orme
E sebbene da lui fosse respinta,
ad un figlio, che con le sue forme,
pensa, ma lui fugge e lei lo maledice
Perché nell’amor sia come lei infelice.
E se ne va lui a caccia tutto il giorno
Ad inseguir cignali tra aspri boschi
E se una voce umana sente intorno
Se ne allontana come fosser loschi
Riparandosi al fresco d’una fonte
Ove uno stagno era sotto un monte.
E nell’acqua, appena vi si china
Un’immagine gli appare, così bella,
da restarne estasiato, una divina
forma gli pare e vorrebbe averla
che n’è colpito e sì tanto ammaliato
che vorrebbe da lui esser amato.
Incantato assapora il volto, lo rimira
I suoi capelli ed il tenero collo
Ed il suo sorriso che l’amor gli spira
Che gli pare più bello del dio Apollo
E pensa allor di stringerlo e le mani
Lesto immerge prima che s’allontani.
Svanisce il volto sì nell’acqua mossa
E allor si desta da quel suo delirio
Capendo quanto sciocco e vano fosse
Amar se stesso ch’è il suo martirio
E vorrebbe pur seguire il suo bel volto
E dal suo se stesso essere dissolto.
Arde d’amore per quel corpo bello
E non gli importa che non sia di ninfa
Languide membra par d’un modello
Che ber vorrebbe come fresca linfa
E le vesti si strappa allor di dosso
Chè se stesso vede da se percosso.
Singhiozza il bel Narciso disperato
Ed il volto riflesso pur lo mostra
E grida al dio d’esserne liberato
Dalla malia che così lo prostra
E così si spegne Narciso d’amore
Mentre Eco si sperde nel languore.
20.7.17
20.7.17