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Poesia di Tony Basili
Gli Alieni

Questo disastro così ben concepito,

Senza sapere come sarà il domani,

Se potremo uscire o chiusi in un andito

Dovremo restare finché quelli lontani

Ci vengano, magari, a dir se c’è un resto

O se dobbiamo passare ad un altro testo…

Ma conto che alcun di questi Alieni

Di cui adesso ognuno scrive e parla

Ci diano il “la”con i loro baleni

E diano un senso alla comune ciarla,

e se è vero che siamo giunti a Marte,

Vengano ora a rimodular con arte.

Questi viaggi che fanno con i droni,

Fanno ridere ché qui manca tanto,

Un sistema umano gestito da caproni,

Guerre, epidemie, smog sono un pianto,

Certo se vengono, useran la frusta,

Se prima la Terra non vorran combusta.

Che qualcosa, così miopi, ci sfugge,

Sicuro! Ma c’è chi, certo c’ ha visto:

Così maldestri e contagiati, rugge

E se viene penserà: “ora li pisto!”,

E li riporto dentro alle caverne,

E ce li lascio per dell’ere eterne.

Quel che c’è dovrebbe farci capire

Che sta cambiando tutto ciò che abbiamo:

In mano a un drago, s’è così a pietire,

Che ha un senso, forza lo cogliamo!

E quel che succede sa di utopia,

Che si realizza o stiamo per la via.

E sì che volevo far la vigna per i figli,

Ma pare una cazzata senza senso,

Ché io lavoro e tu in poltrona pigli

E t’è assuefatto ogni servil consenso,

Un Leviatano pari e non t’accorgi

Che rovini tutto, e male o poco forgi.

La vigna è tigna ed io sono un tignoso,

Che come Noè vuole piantarla ancora,

E m’auguro che tu non ne sia geloso

Che questo sentir sì poco t’onora,

E crea una mina che ti cresce in petto

Che di certo un giorno avrà un brutto effetto.

E tu Comune e Stato che mangi a ufo

E ci bastoni per quel che abbiamo fatto,

Mostri d’essere uno stupido gufo

Che col buonsenso non ha nessun contatto

Ed allor m’allegrerei a star di te senza

E di lontanar la tua mala semenza.

Poi questo di pensar che siam di troppo,

è veramente significativo,

buono a mangiar come un asino zoppo,

Mentre noi siamo a precipitar in un clivo,

tu ci lasci le porte aperte a quanti

sono pronti a predarci e li servi in guanti.

Sia Bacone, che Moro o Campanella

Nonché la grande mente di Platone

Produssero una specie di tabella

Per evitarci di finire in un secchione,

Ma pare ce lo siam proprio scordato:

‘sto casotto, perché sia ricordato.

36-25.2.21

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