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Poesia di Tony Basili
 Cosa mi ha nutrito

Passando con un sacco sulle spalle
Nella spiaggia ogni mattina su e giù
Mostrano alle signore qualche scialle
Colorato di rosso, giallo e di mare blu.
Le signore sgargianti come farfalle
Fanno la spola tra il lettino e la battigia
Mostrando chiappe sode, terree o gialle,
Conversandoci con nascosta cupidigia.
E mi fan pensare a quel che m' ha nutrito,
Sdraiato sul lettino di fronte al mare
Bei monti e valli  m’hanno concupito
Ed i castagneti ch’eran da rastrellare.
Ma certo pure il mare m’ha nutrito,
Quand’ero in collegio con mio fratello,
lontano dalla famiglia, ero smarrito,
e pensavo di fuggir da quel flagello.
C’erano però tanti bravi ragazzi
E ci si scatenava a pallone da pazzi.
Ma innanzitutto il Reparo, le nuvole,
la neve, la pioggia presa m’ha nutrito,
e lo sbattere delle imposte nella notte
l’ulular del vento, n' ero infreddolito,
che entrava da qualche fessura in casa
che di foschi fantasmi parea invasa.
E la poesia del Tasso che per prima
Ho sentito con la Gerusalemme
Dagli Scolopi assaporando la rima
Che mi ha sedotto così lemme, lemme.
La solitudine pure m’ha nutrito
Di cui non ho avuto mai paura
E con la fantasia il vuoto ho riempito
Camminando a volte in una landa scura
Ma sempre guidato dalla mia stella
Che mi segue attenta come sentinella.
E soprattutto il lavoro m’ha nutrito
La voglia d’occuparmi a pieno campo
Ed in esso non mi sono mai smarrito
Anzi vi ho trovato più d’uno stampo
Ed il buon maestro, “Tony, che lavori?”
Mi chiedeva alludendo ai miei fervori.
34/22.6.17

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