Poesia di Tony Basili
Alarico re dei Goti
Arrivano e li accolgono, i romani,
aspettavano al varco con le ceste
E li spogliano di tutto, torvi scherani,
strappandogli le collane dalle teste.
Fino al Danubio eran stati spinti
Dall’orde unne che li avean cacciati
Dalle terre loro e s’erano convinti
Che in Tracia li avrebbero accettati.
Volean quei barbon trovare agio
In una nuova terra e molte staffette
avean mandato per deserti e vette,
Ma l’Impero è lì a usurare il pedaggio:
E pretende le bestie gli schiavi e l’oro,
e ancor le asce mazze, scudi e selle,
e poi per star meglio ed in ristoro
ancor figli e figlie, schiave e ancelle.
Passano così quel fiume bastonati,
Di cani e bestie morte son forniti,
Di campi c’hanno arati son predati
Dai certi centurioni incarogniti.
Loro a sopportar, ma poi..o kazzo!
A ‘ste facce da culo e senza nerbo
Con Alarico re faremo un mazzo
E per Roma ce lo teniamo in serbo!
Essa era grande eppur così perì
Per lor, custodi rapaci, in quel dì;
Così Roma incauta, strisciò e lor servì.
Ma della Storia ancora non sa fruir!
21-4.2-21