Poeti Emergenti -
Poesia di Gabriele -
Spettro -
La mattina all'iniziar della rugiada
dal vetro della finestra , così
scende a gocce il lacrimar dagli occhi
come la vaselina avvolge il sorriso
che copre il mio bel viso
nel pianto triste quotidiano di
quei medicinali che scuotono come
dei venti giornalieri dal sonno scollano
dal desiderio, il pensiero ti spunta dal sogno
le virgole i punti con punti e virgole
soprammobile resto con lo stare inutile da
coglione ossidato parkinsoniano.
Uno stato vegetativo oppiaceo mentale
che mi pensa
avvolge e aggredisce sdopamina i movimenti
controlla le espressioni esteriori del volto
cambia l'imposizione della parola
inchiostra geroglifici scritti
ti frega l'anima , il corpo, la vita.
Vivere, se lo è..............
in un immenso alveare nullo del dire di grilli
e del fare in un inserto vespaio di suoni di cicale
con ronzii d'ape tutte al miele con fare operaie
delle formiche che di tremore e d'altro
tragicano il corpo umano, ti lascia bestia
con l'umanità vicina con cui vivi.
La vita vera, dura lo spazio di una farfalla
è un collage di colori in un respiro di ali
svolge l’aria nel giardino dei fiori interiori e,
capta indicando al cuore del poeta il profumo
migliore per capire e gestire l’amore.
Per il resto è un vivere da ubriaco
apparente lucido di due anime
in me irriconoscibile condominio
di carne umana con uno
spettro di vita terribile.