Poesia di Vincenzo Fiaschitello
Nel cielo dell'infanzia
Chi potrà dirmi dell'infanzia
ora che l'anima mia
ha bevuto lunghi sorsi di oblio?
Ma basta un odore a richiamare
i morsi della fame che la guerra
regalava ai più umili. Un pezzo
di formaggio dimenticato soffiava
nell'aria un profumo ineguagliabile.
Un rumore? Un suono?
Il treno che alla stazione tra sbuffi
di vapore e dardi di nebbia
nella penombra di lumi
assonnati, oscillanti al vento della sera.
Il suono di un organetto,
il pianto di un bimbo nel suo letto,
avvolto dall'affetto della madre.
Serra le tue palpebre nel sonno,
bimbo bello, un filo d'oro pendente
dalla stella più splendente
ti unirà alla solitaria soglia del cielo.