Poesia di Vincenzo Fiaschitello
Adriano
Te ne stavi sulla poltrona
di vimini a leggere
il tuo Adriano di Yourcenar:
il gatto, il caffè, l'odore di gelsomino,
persistente e invincibile,
l'aria smaltata del mattino,
il gocciolio dell'acqua dai tetti.
Un viaggio il tuo nelle viscere
del tempo, indietro, sempre
più indietro! Negli occhi avevi
la statua di Adriano, ossa frantumate
di pietra consumata, traforata,
ripiena di celle, dove trovano
rifugio le formiche.
Il tempo il suo sangue di battaglia
ha bevuto e le sue pupille;
del suo gladio il vento ha inghiottito
l'elsa. La gloria ha sepolto
scettri e corone, idoli e sacre divinità.
Intatte nemmeno l'ombre!