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Poesia di Giovanni Pascoli - Novembre
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Poesia di Giovanni Pascoli
Novembre

Gemmea l'aria, il sole cosi chiaro 
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l'odorino amaro
senti nel cuore...

Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.

Silenzio intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. È l'estate
fredda dei morti.

Tra i giorni piovosi e grigi del novembre si distinguono quelli nei quali ricorre la cosiddetta di San Martino, durante questi giorni il tempo quasi improvvisamente muta: torna a splendere il sole, il clima diventa più mite, sembrano aleggiare presagi di una Primavera imminente. Ma con la serenità del cielo e il tepore dell'aria contrastano lo squallore della terra e degli Alberi ormai spogli, che alzano al cielo i rami stecchiti. Non è l'estate dei vivi, è piuttosto quella dei morti.
Novembre di Giovanni Pascoli, tratta dalla raccolta poetica Myricae, all'origine era intitolata San Martino come l'omonima poesia Goisuè Carducci .

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