Poesia di Domenico Marras
Una perla di ricordo
Anche se il pane che mangiavo
allora era molto sudato,
resta pur sempre un bel ricordo,
un ricordo meraviglioso:
si era ad inizio primavera,
e come bracciante agricolo
stavo zappando nella vigna
di zio Giuseppe Canu, il ricco
(il povero faceva scarpe
nuove e riparava le vecchie
(che poi, anche se lo si appellava
povero, povero non era,
perché aveva il mestiere, casa
e figli che lavoravano),
sita in contrada Sos Renarzos:
spianavo i cumuli di terra
fatti in autunno tra i filari:
lavoro facile da fare
anche da parte di un ragazzo
quale ero, e anche remunerato
abbastanza bene, equamente.
Ricordo i circospetti uccelli
che mi venivano vicino
per cibarsi di qualche verme
portato fuori dalla zappa;
ricordo bene zio Giuseppe,
spesso girando per la vigna
oppure parlottando con me,
forse per farmi riposare,
per farmi drizzare la schiena;
il verde intenso dei pampini
e dei lussureggianti peschi,
tra il ricco fogliame dei quali,
le coppiette dei cardellini,
gaie, convolavano a nozze.