Poesia di Domenico Marras
Quanto è bello il figlio di Giuseppina
Andavo a scuola con i pantaloni
tutti rattoppati, e per giunta scalzo,
come, peraltro, il novanta per cento,
ed oltre, dell'intera scolaresca;
per tanto, non vedevo mai arrivata
l'ora che diventassi grande, adulto,
per potermi comprare bei vestiti,
belle camice e belle scarpe: come
quelle del mio maestro Giacomo Fara.
E adesso, che quasi grande lo sono,
già mi ho comperato un bel pantalone
fino ed un bel maglioncino di lana.
E quando sarò un pochino più grande,
soldi ne guadagnerò, certamente,
di più, e coi di più mi comprerò tante,
ma davvero tante di quelle belle
cosettine, che quando le signore:
Anna Maria, Mariantonia e Maria
Simula, sorelle di Sebastiano
(Berritilongu); Caterina Orani
e Benedetta Caria, confinante;
Giovannina Cattari e Peppa Porcu;
Mariannica Sannia, Vincenza Pinna,
Angela Carboni, Pietrina Canu
e sua sorella Giovanna Maria;
Maria Sechi, figlia di zio Nicola
e Maria Sechi, figlia di zio Pietro,
zia Pasqualina Alvau, Giovanna Satta,
Francesca Santoru e zia Lucia Vargiu,
tutte del vicinato, nonché amiche
di mia madre, mi vedranno passare,
diranno, tutte quante: Ma guardate
quante è bello il figlio di Giuseppina:
così raffinatamente vestito,
guardatelo, sembra un maestro di scuola,
non figliuolo di bracciante agricolo,
e lui stesso ragazzo di campagna,
dalla quale, quello, scapperà presto;
quello isserà vele per altri lidi.