O miserello l’uom che come foglia
Si fa portar dal vento e poi si duole
Per la libertà di cui certo si spoglia
Ubbidendo alle lusinghe e alle parole
E tante volte al dì ciò che lui voglia
Per il piacer della donna lo disvuole:
insegue fugge e lei fa come le onde
Ora si erge, appare poi si nasconde.
Beati gli antichi e Giove ne fa fede
Che da una voglia tanto forte spinto
Scorda Giunone e sta con Ganimede
e pure Apollo piglia il bel Giacinto
e tutto di sé al suo amore concede
pure il forte Ercole, anche lui è vinto,
ché miglior conforto hanno d’un fanciullo
che di donna che t’ha per suo trastullo.
Ma poi accade che chi l’amor disprezza
Vien condannato dalle Baccanti a morte
E quando meno l’aspetti con asprezza
Si compirà per mano loro la tua sorte
E corri e salta, puledro senza capezza,
Ma troverai alfin chiuse le porte
Ché se non torni all’amore come d’uso
Tra grevi intrighi alfin sarai confuso.
E se ti capita che talvolta il senso
Ti porti là dove la natura non vuole
e se la novità fa goder più intenso
di quello che una donna dar ti suole
da insister non c’è, è quel che penso,
ché sol per lei l’amore muove il sole
e verso l’alto ti par salir con l’ale
per la pulsione che subito t’assale.
E se l’amore di tanto poi trascuri
Ritrovi lei poi tra le altrui braccia
E se le porte tutte quante atturi
Trovar potrai d’un amante la traccia
Né ti val se con cortesia la curi
Che sol con l’amor lei la noia scaccia
E come Venere poi la trovi a letto
Co’un tipo di Marte e n’hai dispetto.
Ma per fortuna la passion si smorza
E quel che ti resta è il tuo tale senno
Ed è da questo che viene la tua forza
Che al tuo servizio si pone con un cenno
Quindi del cuore non aprir la borsa
Verso ogni cosa se non voi subir lo spenno
Che in te hai ciò che serve e ti basta
E il più preteso certo poi ti guasta.
62/Sabaudia 22.9.21