Poesia di Vincenzo Fiaschitello
Una torre di mattoni
Chi potrà dirmi se l'immenso
intimo dono dell'esistere
ho speso bene? So soltanto
che il sogno dei sogni, oggi
che mi sveglio con gli occhi
umidi di pianto, resta sospeso
a un cielo grigio, appannato,
lievemente doloroso. E penso
ai miei giorni come a una torre
di mattoni che franano al soffiare
dei venti e ardono non poco
al divampante fuoco della vita.
L'incenerirsi dei giorni mi chiude
sempre più in uno spazio ristretto
asciutto e duro come un predeserto,
dove mi dibatto e lotto contro un vuoto
che non ha orizzonti d'azzurro, né tetti.
Chiedono acqua le mie labbra,
chiedono libertà le mie gambe.
Come spugna s'inzuppa di tristezza
il mio pensiero.