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Poesia di Vincenzo Fiaschitello 
Rammemoro colori

Se non era il funerale di un animale,

era l'addio al sonno senza risveglio

di un minerale che dalla terra viene

e alla terra torna.

Arrugginiva ogni giorno e pur divorando

aria sottratta a chi ne aveva più bisogno,

diventava infinitamente sottile.

Non mi faccio incorniciare dalla paura,

scarrozzo la mia ansia,

sotto il treno che sferraglia la butto,

la brucio nel fuoco della libertà.

Rimetto in circolo il sapore della creatività,

rivestendo di mielina quei miei nervi scoperti,

pericolosamente aperti all'alzheimer.

Rammemoro colori, di vivissima luce

colorati, e se un'ombra si affaccia

a scolorirli, la taglio in due, in quattro

e in otto, ne faccio un coro di neri cigni,

li metto in acqua e al largo li soffio.

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