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Poesia di Vincenzo Fiaschitello 
Oh, voi morti di tutti i cimiteri

Ora che giunge l'ora di andarsene

mi cova in cuore l'antico idioma

dei miei avi. Quando te ne stavi

piccolo e ricciuto come il bambinello

Gesù poggiato sulla paglia sentivi

iddu  beddu  paiseddu  e  stiddi

che ti scendevano nel circolo del sangue

e cominciavano a filare ragione e fantasia.

Tutto si declinava crescendo su un filo

di mistero e di malìa: se in cielo prepari

una trappola potrai prendere la luna!

E già qualcuno gridava:

"Ehi, avete visto che la luna è intrappolata.

Una tagliola in cielo! Non si era mai

sentita una cosa simile. Ma chi l'ha messa?"

Parole di quel caro idioma, canti

e storie di magie avete portato con voi

come stelle che ancora nuotano nel cielo.

Oh, voi morti di tutti i cimiteri

che avete lasciata la vita a ogni età,

appena nati o fino all'età più decrepita,

ditemi quale velo di delusione copriva

i vostri occhi in quel fatale momento?

Si è ispessito il tempo in cui il vostro

esistere era aureolato d'azzurro

o crocifisso nel dolore o chiuso

nell'inedia in questa sponda d'aldiquà.

Non ditemi che sono passati inutilmente

le parole, i sorrisi, i dolori e gli amori

che hanno accompagnato la vostra vita!

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