Poesia di Vincenzo Fiaschitello
Fiordiluna
Quale dolore non ritrovarti più
nella memoria,
immagine di vagante nebbia,
delicata scheggia che l'anima
attraversasti, tenendola viva,
disequilibrata, sempre inappagata!
Amavo chiamarti Fiordiluna,
sotto casa mia al mattino
vendevi la buona calda ricotta.
Buongiorno Fiordiluna! Come stai
oggi Fiordiluna? Perché non vai
a scuola Fiordiluna?
Mi sorridevi e chinavi gli occhi,
ma una mattina mi guardasti
senza sorriso con aria di rimprovero:
-Con tutti i fiori che stanno sulla terra,
perché mi chiami Fiordiluna?
Mamma dice che porta male!
Era vero, portava male...
Di lì a poco, fui costretto a ricordarla.
Oh, mio innocente crisantemo!