Poesia di Vincenzo Fiaschitello
Amare
Non rammento più
se i tuoi occhi erano neri,
più non rammento
se t'incontrai una sera di primavera,
se portavi la gonna a quadri,
se parlavi la nostra lingua,
se ti offrii un fiore,
non rammento più
se eri bionda o bruna.
Oh, annaspante memoria,
perché vuoi far passare
il mio pensiero come il filo
sottile entro la cruna?
L'hai creduta vera
quella sera di primavera,
ma era solo il sogno della nascente
gioventù! Ora sì, lo ricordo bene
che mi diceva: vuoi proprio amare?
Amare?
Amare sono le pene, amare sono le liti,
amare sono le lacrime!
Poi scoprii che
amare è guardare il viaggio della luna,
amare è odorare il bianco gelsomino,
amare è fare una carezza lieve
come la brezza del mattino,
amare è tenere lontano la tristezza
anche se il cuore è nudo.
Ma ora che ci penso... non so
se mai sei stata per me rosa sublime,
non so nemmeno se eri nei miei pensieri!