Poesia di Vincenzo Fiaschitello
I balconi di Palazzo Tasca a Noto
E’ qui che il pensiero della vostra
inesistenza mi turba il cuore,
qui lungo questa via che di lontano
guarda il mare e ci vide insieme
affacciati ai balconi di Palazzo Tasca.
Più non verrò a visitarvi fantasmi
che ancora vi aggirate tra questi tetti
risparmiati dal tempo.
Una vena d’aria fresca nell’afoso
pomeriggio rompe il letargo di pensieri
vaghi e sospesi per via Mauceri
che ansimando salendo vado,
quando allegramente la bimba che
mi accompagna mi domanda:
“Era qui che abitavi da fanciullo, nonno?”
Gonfio è il cuore, fornace dove ardono
i volti e i modi d’essere di coloro che
sono passati, l’uno dopo l’altro, al supremo
eterno confine senza confini.
Pur nell’intima desolazione, l’incanto
di quella voce mi riporta al sereno
e l’indice rivolgo alla finestra dalla quale
filtravano i primi raggi di sole sulle
pagine che avidamente leggevo
mentre mi disvelavano verità e passioni
per quel viaggio che dura ancora.