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  Poesia di Nazim Hikmet
A Varna dal balcone
A Varna, dal balcone dell'albergo, guardo:
la strada, gli alberi,
dopo gli alberi, sabbia,

e oltre, dev'essere il cielo e il mare,
no,
né cielo né mare
dopo la sabbia viene la luce nuda
la luce senza fine...
E nell'aria un profumo di rose
che prendè alla gola.
Non vedo le rose
ma dall' odore
s'indovinano enormi
tutte rosse...
I turisti polacchi scendono verso la spiaggia
biondi, rosati e nudi.
Sopra di me, una rondine gira in tondo
le ali son nere, il petto bianco.
Non ha niente dell'ape, eppure
somiglia a un'ape.
Sparisce; riappare
scende, s'innalza stridendo
ebbra del suo garrire...

Dello yogurt nella tazza azzurra.
Mi han portato dei pani al formaggio
mi credevo a Istanbul
dei pani al formaggio
tempestati di sesamo, caldi dal forno.

A Vama, in questo giorno
d'estate
per il poeta bandito
e molto ammalato
lontano da tutte le grandi parole
una fortuna - vivere ...
1957
I nonni di Nazim Hikmet, diversamente dai signori turchi del loro rango, non tenevano un harem ed erano monogami all'uso occidentale.
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