Poesia di Gabriele -
Ricettacolo di medicine
Non è fortunato, pazzo alla follia ci si scrive una poesia.
Soffre, è cruda la vita non bastano il peridon con
il movicol seduto a piangere aspettando che si spara
a raffica dopo l'effetto della peretta di glicerina.
Ooh signore ogni volta che torno lì seduto è un ritorno
di pena corporale pietosa e iniqua collaudata idem
per lo stesso male cotto in giro e ricotto corro per il
corpo che va… Lento smuove al
crepuscolo della vita, sempre ooh mia dolce metà
cosa vuoi che ti dica poesia insieme siam soggetti
in una nuvola privi assemblati per un progetto di vita
alla luce del sole andiam con il desìo a fare verso alle
psichedeliche stelle serali lontane lunari dalla mia
improponibile meta.
Angeli e arcangeli coinvolti luciferi nel cuore
con la testa nel ciel prendono l'anima gravida del male
trascinando il giampiero dal purgatorio all'inferno
nel girone degli incompiuti che terrestri non vogliono
disfarsi della vita.
Innamorati siam del corpo in terra perché, Signore
il tuo dono deve quadrare il cerchio delle molte
emozioni recitate ancora serrate nel ricordo.
Si devono esprimere con il terrestre umano con
la testa nel sogno son impazienti di guarire
nell'immaginario come inutili pazienti malati
attendiamo d'essere accuditi e guariti in ospedale.
Io, finto vivo non posso stare con i vivi puzzo di
morto ma anche lì non posso andare perché
ancor devo morire, passo il tempo in3D
solitamente nella fantasia della poesia che storna
l'alito cattivo, ingoiato sono per le troppe medicine
sono un ricettacolo strano di medicine parkinsoniane.