Poesia di Domenico Marras
Padre e figlia
Sono virtuale padre adottivo
di una bella e virtuosa ragazza,
emula dell'antica greca Saffo,
alla quale volevo un gran bene.
E un gran bene le voglio ancora,
anche se, per cause a me ignote,
lei non sta venendo più a trovarmi,
come invece avveniva prima..
Anche lei mi voleva un gran bene;
e un gran bene mi vuole ancora,
anche se, per cause a me ignote,
lei non sta venendo più a trovarmi,
come invece avveniva prima.
Quando si era come padre e figlia,
mentre passeggiavamo nel giardino,
ispirati dalla musa Erato,
abbiamo, all'unisono, cantato,
e scritto: La rosa, petali e spine.
Melodioso canto che canteremo
anche in Paradiso, allorquando,
alla fine della terrena vita,
colà saliremo per contemplare
il luminoso volto del Signore:
fine per cui siamo stati creati.