Poesia di Corrado Govoni
I camini
Grigi alleati delle nebbie
dai tetti s'alzano i camini
nani giganti mingherlini
ventruti esili lunghi
simili a strani funghi
a fantastici berretti
a pipe sornione
a caffettiere di stregoni
a ombrelli bucati di mendichi
a torri merlate
a clessidre ad imbuti di sereno
Solo quando il vento
rompe il loro mutismo quotidiano
chi veglia silenzioso accanto al focolare
può afferrare un fantastico brano
ruminato a bassa voce
delle loro interviste colle nubi
I camini, insolita rappresentazione di una città notturna, in cui il poeta trasforma i tetti delle case in un fantasmagorico susseguirsi di immagini ora fiabesche, ora quotidiane, ora grottesche, come quella luna (idolo polemico dei futuristi!) «incinta d'una stella».
Da Poesie elettriche 1911