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Poesia di Angelo Amato
Dura lezione

Contro l'oceano delle mie tristezze

imposi il tuo corpo di cereale fragranza.

Circondato sono,da cose fredde

umide,immobili come pietra.

Ed ora che tu,

-ancora della mia barca errante-

sei lontana,tra vicende a me sconosciute

tra volti

mai visti...

c'è nell'aria cenere e fumo

metallica assenza.

C'amammo,

ti ama ancora il mio cuore

di diciottenne selvaggio,

ma,

quando ti giunse

la mia confusa cifra

il disordine,le nere raffiche,

gli aghi,

le taciturne lame

che mi definirono

partisti dalla mia terra,

uscirono le tue radici

e più non m'offristi i tuoi ardenti seni

ma le tue spalle

che sfumavano.

Mi lasciasti qui,

stordito dalle tue granate,

nelle braccia

della mia vecchia compagna solitudine.

Vero è,

che della tua crudeltà non m'innamorai,

del fallimento che portasti,

-appresi la dura lezione-

e di caduta in caduta

arriverà il giorno in cui

stabilirò il volo retto e limpido,

la mia finale geometria,

sorvolando con fierezza

come aquila astrale,

la selva del pianto.

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