Poesia di Natale Visentini
Monti Pallidi
Ora che torno a voi, monti sereni,
libri aperti a narrar tante leggende,
la pigra fantasia piu non s'accende,
piu non vedo trascorrer di baleni!
Mi piacque un di seguir vostre vicende,
e con gli occhi del vostro incanto pieni,
sopra il.profumo arcadico dei fieni,
la voce udire che da voi discende.
Ora, giganti solitari, io guardo
il vostro bel trascolorare lieve
e in tanto varia vision mi attardo
Per rubarvi i colori onde vestire
i sogni miei: ma l'illusione è breve
e con voi vedo i sogni impallidire.
Lo spettacolo che offrono le Dolomiti ( i Monti Pallidi ), le cui rupi inaccessibili svettanti nell'azzurro del cielo, al di sopra del verde cupo delle foreste, si rivestono ai raggi del sole, dall'alba al tramonto, di colori nuovi sempre diversi, dal bianco madreperla al rosso fuoco, dal rosa lieve al cupo violetto, è davvero indescrivibile e stupendo.
Il Poeta, che da giovane aveva, come tutti i giovani, subito l'incanto di quelle visioni d'incomparabile bellezza che han dato occasione a tante leggende popolari, ritornando ora già avanti negli anni in quei luoghi, constata, con intenso rammarico, che queste montagne non gli dicono piu nulla, che le leggende fiorite attorno ad esse non eccitano piu né il suo sentimento né la sua fantasia. Malinconia profonda di un declino fisico, ma piu ancora spirituale, che colora di sé la pur meravigliosa realtà circostante! Potessero almeno quei monti prestare i loro vivi colori di speranza ai suoi sogni residui!
Ma le delusioni subite nella vita tolgono ormai ogni sostegno anche agli ultimi sogni, che il Poeta sente dentro di sé impallidire e sfumare come le meravigliose tinte si spengono sulle rocce, mentre il sole scompare all'orizzonte.