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Poesia di Nazim Hikmet 
Da Varna a Sofia
Da Vama a Sofia, amor mio,
lungo la strada tanti noci.
Odor d'alcanna, odor di verde.
Non è la strada ch'è fatta di noci
o mio tesoro, noi siamo dei noci.
Sulla strada abbiam visto il cimitero
di pietre nere,
ci siamo avvicinati.
Un cimitero immenso.
Le lastre, cadaveri sparsi, lunghi distesi.
Le pietre, erte nella loro altezza, marciscono in piedi.
Il vento rode loro il cuore e poi se ne va.
Cosl, mia bella dagli occhi di falco, è la mia tristezza.
Che destino è mai questo!
Diventar polvere, terra immobile.
Una nostalgia amara
un fumo nero, o mia bella,
che destino è mai questo!
Una tristezza così grande
a questo punto, mia stella,
non la conosco che io...

Nazim nel 1922 andò ad Ankara a fare l'agitatore, riuniva gli operai e i manovali, leggeva versi rivoluzionari nei caffè e nei cantieri.
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