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Trama commosso nell'applauso dei reprobi -
di Marcello Chinca -


E trama commosso nell'applauso dei reprobi,

con alle spalle il fuoco di mille trattati stracciati

e spregiati codici, spezza ogni chance ai vinti.


La sua voce d'apertura illuminata non assente

più perdono all'alibi della solitudine dei viventi,

cerca ma voci che siano d'ebano incombustibili.


Quel perdono che solo nell'essere felici cresce

virgulto tra nere zolle per intere valli e colline.


Essere per l'altro non è che tracimare agl'argini,

fiumi in piena, colmo scorrere, non è solo fine:

ma condizione dell'essere intero che vi risiede.


Qui l'Uguaglianza vince ogni altra ponderazione,

perfetti in sè non si caccia l'altro, nè si ha timore,

rivolto all'altro, questo è già accolto nel riflettere.


Perciò esserne veicoli, angeli di tale Bellezza, è vero

è sempre essere predestinati: soltanto loro, possono.


Perciò ai confini cacciati, pagano lo scotto,

ma immaginali: strappato il velo mondano,

guardarsi intorno, godere che sei prescelto.


Dove non manca l'odio, perchè anche l'odio

serva a non ripiegarti al fraintendimento

dell'immensa caldana, all'ingerenza del fosco.


Quell'anima è ingenerosa con se stessa

da perdonare ogni torto, per ristabilirlo

ovunque il solo primato: la vita stessa.


Il suo fascino immacolato, mai scomposto,

dirittura dell'Essere da sempre senza peccato.

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