Poesia di Gabriele
Incidente probatorio
Lascio scorrere la verità
dal mio lago delle idee.
Da ricordi detti e ridetti di un
scippato mal goduto
in mezzo gaudio privavano
la bara con i vestiti del deceduto
bruciato morto sfortunato muto
eclissa in fumo il corpo con
i molti volti da assassinare
con la dignità della vita.
Nata, da me lei è figlia!
sei un fiore spampanato
un pò figliastra che reprime
il malato padre con ignomia
per il papavero liberatore.
Saziare i guai sono dei colti
da coloro sfarinati all'odio stolti
inceneriti di rabbia alla noia che,
forse una sera di mezz'estate
in riva alla spiaggia battigiano
in pianto greco intrattenendo
con le fusa il gattino cieco
chiamato amore.
Piango pure io pagliaccio
e rido di me stesso incapace
nel credere nella fatalità
io sono un incidente probatorio
senza salute in corpo
del tutto inutile nel tempo
è irripetibile l'esaminare con calma
la depressione verticale mia
dell'anima in caduta libera di sentimenti
pressurizzato dalla solitudine.