Poesia di Gabriele
Poeti Emergenti
La mia vita è una carnevalata nel nutrirmi
con aria umida di pianto vivo o morto
in un sughetto di lacrime per minestra
con, compresse medicinali, droghe stò
per un secondo avariato, mi ritrovo…
La sera in un piatto unico: lo sformato
di dolore condita di varia tristezza scontata
con stranezze d'effetti collaterali, fritti!
son tosti per la stitichezza da digerire.
Il morbo non ti annoia mai ogni giorno
attacca e spreme in punti diversi, è
un'arancia meccanica per un corpo rognato.
Mi rigira le chiacchiere dei miei scritti
come le calzette nelle scarpe strette
si piange e si ride amaro per il funerale
pronto cassa da morto, me lo gioco a carte
scopando lo sconto comitiva… low coast,
con contratto prefirmato in prospettiva
che si perde per strada ad allargarle…
Son rotte! Calzate, ai piedi fumanti
dall'odore per il sudore, perché io
con impegno lo combatto psicologico
il paraculo del mio male neurologico.
Basta una motivazione culturale, una poesia
ma più muovo… più puzza, più si muore
nel tremore dei ricordi per raccontarvi
il sunto del vivere consumato d'una vita
ricco di risvolti all'occorrenza colorati dal destino
sto io, a infilar alle asole i bottoni
sempre più grandi da attaccare.