Poesia di Alberto Nicola Giulini
Al tuo male - chiaroscuro e muto
chiedi un attimo di tregua,
magari un po' di altra acquavite
nel fossato di troppo sognar fallito -
con un potente fallo che presto o tardi
diventa più o meno impotente -.
Quando ormai tutta la nostra sorte
pare notte perenne, insonne come solo
certi incubi di spiritelli-giuda ti sbeffeggiano -
arrancando tu con troppe sghembe rotelle
che ci stanno in testa, ci ottùndono - Non trovo più
il bandolo della matassa per uscir fuori
dal nostro universale labirinto Mortale -
tu, Vecchio uomo come un cucciolo scarlatto...
è misteriosa invece la femmina-matrigna
che si lecca lentamente, avidamente, senza quasi farci caso
le ultime ferite - ed ecco spuntare un Altro figlio:
(chissà quale nuovo poeta viene partorito?)