Login

Pin It

Delirio e Morte di Saul
di Vittorio Alfieri

Ombra adirata, e tremenda,deh! cessa:
lasciami, deh! . . . Vedi: a' tuoi piè mi prostro . . .
Ahi! dove fuggo? . . .Ove mi ascondo? O fera
ombra terribil, placati Ma è sorda
ai miei preghi; e m'incalza? . . . Apriti, o terra,
vivo m'inghiotti . . . Ah! pur che il truce sguardo
non mi saetti della orribil ombra
MICOL: Da chi fuggir? niun ti persegue. O padre,
me tu non vedi? me più non conosci?
SAUL: O sommo, o santo sacerdote, or vuoi
ch'io qui mi arresti? o Samuèl, già vero
padre mio, tu l'imponi? ecco, mi atterro
al tuo sovran comando. A questo capo
già di tua man tu la corona hai cinta;
tu il fregiasti; ogni fregio or tu gli spoglia;
calcalo or tu. Ma, . . . la infuocata spada
d'Iddio tremenda, che già già mi veggo
pender sul ciglio, . . . o tu che il puoi, la svolgi
non da me, no, ma da' miei figli. I figli,
del mio fallir sono innocenti
MICOL: Oh stato,
cui non fu il pari mai!- Dal ver disgiunto,
padre, è il tuo sguardo: a me ti volgi
SAUL: Oh gioia!
Pace hai sul volto? O fero veglio, alquanto
miei preghi accetti? io da' tuoi piè non sorgo,
se tu i miei figli alla crudel vendetta
pria non togli.- Che parli? . . . Oh voce! "T'era
David pur figlio; e il perseguisti, e morto
pur lo volevi". Oh! che mi apponi? . . . Arresta.
Sospendi or, deh! Davidde ov'è? si cerchi:
ei rieda; a posta sua mi uccida, e regni:
sol che a' miei figli usi pietade, ei regni . . .-
Ma, inesorabil stai? Di sangue hai l'occhio;
foco il brando e la man; dalle ampie nari
torbida fiamma spiri, e in me l'avventi
Già tocco m'ha; già m'arde: ahi! dove fuggo?
per questa parte io scamperò.
MICOL: Né fia,
ch'io rattener ti possa, né ritrarti
al vero? Ah! m'odi: or sei
SAUL: Ma no; che il passo
di là mi serra un gran fiume di sangue.
Oh vista atroce! sovra ambe le rive,
di recenti cadaveri gran fasci
ammonticati stanno: ah! tutto è morte
colà: qui dunque io fuggirò . . . Che veggo?
Chi sete or voi?-"D'Achimelèch siam figli.
Achimelèch son io. Muori, Saulle,
muori".-Quai grida? Ah! lo ravviso: ei gronda
di fresco sangue, e il mio sangue ei si beve.
Ma chi da tergo, oh! chi pel crin mi afferra?
Tu, Samuèl?-Che disse? che in brev'ora
seco tutti saremo? Io solo, io solo
teco sarò; ma i figli . . .- Ove son io?
Tutte spariro ad un istante l'ombre.
Che dissi? Ove son io? Che fo? Chi sei?
Qual fragor odo? ah! di battaglia parmi:
pur non aggiorna ancor: sì, di battaglia
fragore egli è. L'elmo, lo scudo, l'asta,
tosto or via, mi si rechi: or tosto l'arme
l'arme del re. Morir vogl'io, ma in campo.
MICOL: Padre, che fai? Ti acqueta . . . Alla tua figlia
SAUL: L'armi vogl'io; che figlia? Or, mi obbedisci.
L'asta, l'elmo, lo scudo; ecco i miei figli.
MICOL: Io non ti lascio, ah! no . . .
SAUL: Squillan più forte
le trombe? Ivi si vada: a me il mio brando
basta solo.-Tu, scostati, mi lascia;
obbedisci. Là corro: ivi si alberga
morte, ch'io cerco.
ABNER Oh re infelice! . . . Or dove,
deh! dove corri? Orribil notte è questa.
SAUL: Ma, perché la battaglia?
ABNER: Di repente,
il nemico ci assale: appien sconfitti
siam noi
SAUL: Sconfitti? E tu fellon, tu vivi?
ABNER: Io? per salvarti vivo. Or or qui forse
Filiste inonda: il fero impeto primo
forza è schivare: aggiornerà frattanto.
Te più all'erta quassù, fra i pochi miei,
trarrò. . .
SAUL: Ch'io viva, ove il mio popol cade?
MICOL: Deh! vieni . . . Oimè! cresce il fragor: s'inoltra . . .
SAUL: Gionata, . . . e i figli miei, . . . fuggono anch'essi?
mi abbandonano? . . .
ABNER: Oh cielo! . . . I figli tuoi, . . .
no, non fuggiro . . . Ahi miseri!
SAUL T'intendo:
morti or cadono tutti
MICOL Oimè! . . . I fratelli? . . .
ABNER: Ah! più figli non hai.
SAUL:  Ch'altro mi avanza?
Tu sola omai, ma non a me, rimani.-
Io da gran tempo in cor già tutto ho fermo:
e giunta è l'ora.- Abner, l'estremo è questo
de' miei comandi. Or la mia figlia scorgi
in securtà.
MICOL: No, padre; a te dintorno
mi avvinghierò: contro a donzella il ferro
non vibrerà il nemico.
SAUL: Oh figlia! . . . Or, taci:
non far, ch'io pianga. Vinto re non piange.
Abner, salvala, va': ma, se pur mai
ella cadesse infra nemiche mani,
deh! non dir, no, che di Saulle è figlia;
tosto di' lor, ch'ella è di David sposa;
rispetteranla. Va'; vola
ABNER: S'io nulla
valgo, fia salva, il giuro; ma ad un tempo
te pur
MICOL : Deh! . . . padre . . . Io non ti vo', non voglio
lasciarti.
SAUL Io voglio: e ancora il re son io.
Ma già si appressan l'armi: Abner, deh! vola:
teco, anco a forza, s'è mestier, la traggi.
MICOL: Padre! . . . e per sempre? . . .
SAUL: Oh figli miei! . . .Fui padre.
Eccoti solo, o re ;non ti resta
dei tanti amici, o servi tuoi. Sei paga,
d'inesorabil Dio terribil ira?
Ma, tu mi resti, o brando: all'ultim'uopo,
fido ministro, or vieni. Ecco già gli urli
dell'insolente vincitor: sul ciglio
già lor fiaccole ardenti balenarmi
veggo, e le spade a mille . . . Empia Filiste,
me troverai, ma almen da re, qui . . . morto.

da Saul

Leggi le poesie di Vittorio Alfieri

Pin It

Commenti